Perchè Musica delle Sfere?

Devo all'affascinante teoria pitagorica l'ispirazione del titolo di questo blog. Secondo il filosofo di Samo, il movimento dei corpi celesti è regolato da leggi geometriche, risultando perciò armonico e perfetto. Muovendosi, gli astri emettono una musica sublime e celestiale, definita "armonia delle sfere", che l'orecchio umano non può percepire a causa dell'assuefazione, un fenomeno psicologico che rende inavvertito alla coscienza un suono continuo. Il richiamo alla sapienza antica vuole essere il punto di partenza di un diario online che propone una riflessione, e se vorrete un dibattito costruttivo, su eventi significativi per il percorso storico e umano. La mia ambizione è mettere a disposizione uno spazio dove ogni fatto che ci riguardi possa essere analizzato sotto la lente delle scienze dell'uomo.



venerdì 13 aprile 2012

ANIMA, TRA RAGIONE E CUORE

Dove abita l’anima umana? Dove si colloca precisamente? E’ qualcosa di così vago e sfuggente che sembra impossibile localizzarla. Essa sfugge, infatti, a qualsiasi processo di materializzazione.
Ormai c'è unanime accordo tra gli scienziati nel collocarla nell’organo cerebrale. Ma nell’antichità diverse affascinanti teorie si sono succedute. Suggestiva quella di Omero che poneva l’anima nel diaframma, perché “luogo del respiro”. Opposte prospettive si sono trascinate per secoli fino all’epoca moderna quando, con la nascita dell’anatomia e della fisiologia e con il pensiero di Cartesio, si è stabilita la preminenza del cervello nell’attività psichica.

Il pensiero greco e quello medievale oscillarono tra due opposte concezioni: cardiocentrismo ed encefaloncentrismo. Esponente illustre del primo fu Aristotele, autore della prima opera di natura psicologica nella storia della cultura occidentale: il De anima. Lo Stagirita riteneva che fosse il cuore il centro dell’attività psichica e che il cervello avesse solo il compito di “raffreddare” il corpo, riequilibrando così l’intero sistema organico. Nel cuore avrebbe luogo, così, l’associazione tra esperienze, immagini e memoria secondo i criteri della similarità, del contrasto e dell’associazione.
La  prospettiva dell’encefalocentrismo fu sposata, invece, da Ippocrate, padre della medicina occidentale, che vede nel cervello la sede dell’attività razionale e dell’emozione: “Gli uomini devono sapere che il piacere, la letizia, il riso, gli scherzi e così pure il dolore, la pena, l’afflizione e il pianto da nessun’altra parte provengono se non dal cervello. Per opera sua noi soprattutto pensiamo e guardiamo e udiamo e riconosciamo ciò che è vergognoso e bello e brutto e buono e piacevole e spiacevoleE, sempre per opera sua, noi diventiamo folli e usciamo di senno ed abbiamo incubi e terrori e soffriamo di sogni e di smarrimenti ingiustificatiPer questo io credo che il cervello abbia un grandissimo potere sull’uomo. E gli occhi e le orecchie e le mani e i piedi si comportano secondo quello che il cervello capisce. E il cervello è per così dire il messaggero dell’intelligenza. Né il cuore né il diaframma hanno nulla a che vedere con la capacità di pensare ma la causa di tutti questi fenomeni è nel cervelloPer questi motivi penso che il cervello abbia la forza più grande nell’uomo”.

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